martedì 28 febbraio 2012

Baratti e Milano

Baratti e Milano, Piazza Castello

Uhh... l'atmosfera qua dentro è veramente di lusso. Il mio giaccone nero con sopra alcuni peli di cane non è approrpriato per questo posto. Pure il cesso è di classe..una pisciata diventa nobilissima da Baratti e Milano. Soffitto decorato, pareti decorate, tavoli decorati, camerieri decorati..è tutto d'arte. Tutto è legno, tutto è 800, stilosissimo. Delle grandi vetrate si affacciano sulla Galleria Subalpina (si chiamerà davvero cosi?) piena di negozietti carini e un cinema d'essai, il Romano. Se ci si guarda attorno è lo sfarzo a dominare: tanti rilievi lignei e non, pochi quadri, grandi tendoni che riparano dalla luce (le dame una volta fuggivano dal sole, è una questione di bellezza e di classe, mica pizza e fichi), ma soprattutto un lungo bancone lavorato minuziosamente da chissà quale maestro artigiano; in pandan i tavolini e le sedie. Arriva il menù...  le prime pagine spiegano un po' il locale, poi arrivano la pagina delle bevande, quella della caffetteria e quella dei pasti. C'è ampia scelta su ogni cosa: io punto a prendere il mio solito bicchiere d'acqua (mi arriverà una bottiglietta da mezzo litro), una spremuta d'arancia, una brioche alla crema e una porzione di panna. Il mio partner invece va per un bicerin torinese e la stessa mia brioche. Quando il cameriere se ne va con le nostre ordinazioni (ah a proposito: è molto raro che sbaglino le portate, si scrivono tutto nel block notes) diventiamo impazienti, la fame e la curiosità ci assale! Finalmente arriva la nostra colazione e io affondo con tutta la mia grinta il cucchiaino dentro la panna... OTTIMA!!! le papille gustative reagiscono bene! La panna non delude: la cosistenza è davvero quella giusta, non è troppo leggera ma neanche effetto mattone, non è troppo zuccherata ed è bianca tendente al giallino. Peccato per la quantità: si, è vero, me ne sarei fatta fuori un barile maaa... sorvoliamo. Poi è il momento della spremuta: buona anche questa, ma non è così emozionante parlare della spremuta, passiamo piuttosto al pezzo forte: la brioche! Appare scura, tipo un po' bruciacchiata. In realtà non è bruciata, anzi, ma è sicuramente cotta bene. La crema all'interno vince, è proprio buona... anche questa è densa, ma resa leggermente più liquida dallo zucchero contenuto. E' molto gialla..direi, giallo fieno, pero' si capisce che non ci sono coloranti. La brioche, essendo cotta e più che dorata, non rimane molto morbida; ciò che prevale è la croccantezza. Scrocchia talmente bene in bocca che sembra leggermente biscottata. Devo dire pero' che non incontra molto i miei gusti, ma questo è un fatto totalmente personale..io sono più da brioche a sfoglia, in cui si vede nettamente la pasta croccante divisa in sfoglie sottilissime, con all'interno un cuore morbido di mollica zuccherata. Il bicerin del mio ragazzo invece è davvero soddisfacente: non ne so nulla di bicerin, pero' a detta di lui è orgasmico. "E' la giusta combinazione di panna, caffè e cacao", dice. Crediamogli! All'interno del bar si sente della musica classica, che si intona perfettamente con lo stile del locale e anche con il fiorellino riposto su ciascun tavolino. Ogni tanto nel cd salta fuori qualche pezzo tristissimo, sullo stile della Marcia Funebre. E proprio di Marcia Funebre si tratta quando abbandoniamo la nostra postazione per dirigerci verso...la cassa, dove uno splendido signore ci accoglie per farci gentilmente pagare. Noto che il mio ragazzo si tocca le palle, come gesto scaramantico prima dell'arrivo del conto. E infatti, la botta: 22 euri circa. Tutto sommato ci aspettavamo che facesse di più! Alla fine si tratta di un bar storico, collocato nella parte centrale della città..insomma non siamo a Venezia ma non ci voleva tanto per capire che i prezzi non sarebbero stati proprio uguali uguali a quelli del Bar Stadio!  Ce ne andiamo fieri di avere compiuto anche questa missione, per il bene dell'umanità e dell'informazione.. anche la colazione da Baratti e Milano è stata eseguita!

sabato 11 febbraio 2012

Caffè Costa Rica


Caffè Costa Rica, corso San Maurizio 69, angolo Via Vanchiglia


Questa mattina avverto un leggero languorino...la mia non è proprio fame, è piuttosto VOGLIA DI QUALCOSA DI BUONO! Ma non sono una ricca signora d'alta classe vestita di giallo e non possiedo nessun Ambrogio che possa soddisfare le mie voglie, quindi vado a procacciarmi il cibo da sola, come facevano gli uomini primitivi quando sentivano la loro pancia brontolare. Si, è vero, mi manca qualche freccia per non fallire nella caccia, ma poco importa, trovero' sempre qualche bar aperto! Ultime parole famose... il deserto. È domenica mattina e naturalmente è tutto chiuso. Ma non mi perdo d'animo: prima, per darmi un tono, sono uscita di casa con un cappello giallo che evoca la madama della pubblicità della Ferrero Rocher, quindi mi sento sicura dentro alla mia costruzione mentale è so che non fallirò. Come a lei, anche a me tutti presteranno attenzione. Ma continua a non esserci nulla di aperto. A un certo punto, toh! Un miraggio.. il caffè Costa Rica non tradisce, con le sue luci bianche che si intravedono da fuori sa subito di accogliente. Arrivo con sicurezza e ordino un bicchiere d'acqua, un cappuccio e una brioche alla crema. Attenzione: quando ordinate l'acqua, chiedetela sempre per prima ovunque voi andiate. Succede infatti che, per una strana reazione della mente umana, la cosa che viene detta per ultima dal cliente venga dimenticata dal cameriere. Provare per credere! Mi siedo su una comoda sedia: tutto ciò che fa parte del locale puo' essere ricondotto a due colori, il bianco e il rosso. I quadri appesi alle pareti raffigurano personaggi del cinema e seguono la tendenza di arredare del giorno d'oggi; secondo me un pizzico di fantasia personale non dovrebbe mancare mai, ma tutto sommato questa scelta si puo' capire. La cameriera con cui parlo ha la tendenza a pronunciare la “e” di 'prego' in modo molto aperto; alla seconda volta che dice 'prego' sogghigno. Tra i 'prego' mi arriva il tutto ma non vedo il bicchiere d'acqua. dove ho sbagliato? Il cappuccino ci sta sempre, non ho mai trovato un cappuccino che mi faccia schifo. Il caffè sembra quello di tutti i bar, dunque normale. Piuttosto la brioche non è entusiasmante. Non è quella brezza fresca di primo mattino, non è l'ondata travolgente..insomma, non è. Ma la pasta è buona, da classica brioche surgelata che arriva ai bar. Il ripieno invece è un po' un orrore, perchè la crema ha il sapore di vaniglia, ma vaniglia non alimentare bensì la profumazione degli Arbre Magique. Dunque scarto il ripieno, lo riposo gentilmente in un fazzolettino richiudendolo. Il personale è tranquillo, l'atmosfera è quella di un bar tra il moderno e il conservatore; la gente che lo frequenta la domenica mattina è quella della zona, che probabilmente esce per fare due passi e leggere il giornale in compagnia di un buon caffè. La radio passa canzoni improponibili, ma quello succede in qualsiasi parte del mondo di domenica mattina. È arrivata l'ora di andare a casa. Il mio pancino è sazio di dolce e ora inizia la giornata!

Caffè Plaza


Caffè Plaza, pza della Gran Madre di Dio



ci vado in uno stato di nervosismo totale. Dopo avere litigato in macchina con il mio ragazzo, devo scegliere se andare al Gran Bar, che costa un sacco di soldi ed essendo un posto molto bello verrebbe rovinato dal mio pessimo umore, oppure puntare al Caffè Plaza che sembra carino e decisamente più semplice. Decido per quest'ultimo, appunto. Fuori c'è una pioggerellina sottile che conferma il grigiore del cielo e si sposa perfettamente con la voglia di spaccare tutto che sento dentro di me. Ma è proprio il contrasto tra il fuori e il dentro a rendere più invitante questo barettino.. si viene accolti subito da un certo tepore: essendo un ambiente ristretto rimane abbastanza caldo, e pure impregnato di odore-profumo di cibo nel caso in cui si cucinino piatti sfiziosi! L'ambiente è coccoloso, con il bancone e i tavolini in legno e le lucine che si riflettono sulle specchiere. Vagamente ricorda un bistrot, perchè all'interno dell'espositore si trovano anche molti piatti salati per il pranzo. Prendo una brioche alla marmellata: mmm....bbona. Bbona bbona. Si presenta compatta, con sfumature di colore più chiaro alle estremità e intenso nella parte centrale.. l'involucro è decisamente “dorato”. Come ogni pazza psicopatica che si rispetti, non la mangio come fanno tutti... Ho la tendenza, quando mi piace veramente quello che sto mangiando, a dividere gli strati di cui è composto. Ad esempio: da piccola mangiavo i ringo e le kinder paradiso come le kinder fetta al latte partendo prima dal ripieno e poi mangiando il resto. Con l'evoluzione ho abbandonato questi cibi, per passare a qualcosa di molto piu' complicato: le lasagne. “come faccio a mangiare le lasagne? Ah certo, mangio ogni singolo strato! Tenendo naturalmente quello della besciamella per ultimo, perchè è anche il migliore”.
E così sono passata alle brioches e alla mozzarella. Prima le “sbuccio” dalla loro pelle, poi arrivo al cuore, con molta, molta calma.. e faccio un sacco di briciole sul tavolo! Ma questo è un altro discorso.
Dicevamo: si arriva pian piano al ripieno.. ma in questo caso, nella mia brioche di marmellata, dov'è il mio meritato ripieno? È scomparso, o me lo sono già mangiato senza accorgemene? Bah, questo è un vero mistero. Il dubbio mi affligge. I ricordi mi sono di aiuto: credo di averne sentito il gusto qualche boccone prima, ma cmq sono convinta che anche se ci dovesse essere stata, era sicuramente un accenno, un minicicciolo di marmellata, un'idea. E questo è il grande problema non solo della mia brioche del Caffè Plaza, ma anche di tante altre bioches nel mondo torinese, che hanno il diritto di essere rimpilzate di ripieno come si deve, ma purtroppo non vengono ascoltate, sono emarginate da tutto e da tutti. Penso che ci sia un pasticcere, con un volto e un'anima, dietro a tutto questo. E che venda brioches con pochissimo ripieno un po' ovunque. Giuro che indaghero'.
Il tempo passa allegramente..il bar ci ha riconciliati. I camerieri sono simpatici e alla mano e come immaginavo mantegono una certa eleganza nel servire i clienti.. certo, siamo davanti alla Gran Madre, néh! Adoro la cortesia dei modi in un cameriere. Adoro quando sorridono, e anche quando dentro di loro sono pensierosi ma si sforzano ugualmente ad essere gentili con il prossimo. Se tornassimo indietro nel tempo e se all'interno del locale vendessero l'assenzio, ci si potrebbe trovare tranquillamente una donna strafatta come quella ritratta da Degas un secolo fa, perchè l'atmosfera si presta anche a questa situazione. Beh, nel dubbio, mi mangio un'altra brioche. Questa volta la prendo senza nulla dentro, e cambia automaticamente la consistenza: se l'altra era piu' panosa, piena di pasta e compatta, ora la “texture” lascia piu' respiro, è ariosa, ha spazi vuoti al suo interno, inoltre la pasta in sé è morbida, resistente, tipo la pubblicità dell'asciugatutto in cui cerchi di rompere un pezzo di carta dalle estremità ma questo non si spezza, e sa in alcuni momenti di pasta cruda dolce, che è la condizione ottimale perchè una brioche sia deliziosa. Quindi, 2 a 1 per quella vuota!
Bisogna immaginare che i momenti deliziosi passati qui dentro abbiano sullo sfondo: una canzone di Vasco (bleah!), un cd di Samuele Bersani e un duetto di Nina Zilli con Giuliano Palma. Per trarne le conclusioni, la musica non è pessima ma neanche eccelsa.
Esco dal bar, solita pioggerellina..




Bar della Stazione


Bar della stazione, piazza San Paolo, Biella


Ambiente raffinato, frequentato da un elite culturale...di prestigio.... no, ovviamente no. Essendoci un bel via vai di gente tutti i giorni tutto il giorno, il locale si deve adattare a tutti i target della popolazione. Hanno tentato ultimamente di dargli una parvenza più gentile e moderna- ricercata, cambiando l'arredamento interno. Il tentativo ha funzionato in parte, ma rimane ancora molta strada da fare. C'è sempre chi, alle otto del mattino, si gusta un buon bicchiere di vino bianco... eh, va beh. Le brioches sono ...diciamo quello che non sono: non hanno nulla a che fare con quelle di Canterino/Ferrua, ecco. Sono grandi e voluminose. spesso ricoperte di zucchero semi disciolto dal fornetto in cui sono state cotte. Ci sono differenti tipi di brioches surgelate in commercio, che vengono comprate dai bar in alternativa di quelle fresche di pasticceria.  Naturalmente queste devono poi essere scaldate in forni appositi, in cui la cottura conferirà loro l'aspetto e il volume giusto. Tra di esse vi sono alcune più economiche e altre più costose, e credo che quelle utilizzate dal bar in questione siano per lo meno a metà tra queste due tipologie. E' altamente probabile che siano ricche di agenti lievitanti e altri ingredienti provenienti dall'industria chimico-alimentare, che conferiscono un aspetto allettante, trascurando però la parte relativa al gusto e alla qualità. Diciamo che ho avuto l'impressione di non essere sazia mangiandone solo una. Il cappuccino ha la quantità di caffè giusta ma il latte schiumato non dà quell'effetto sofficioso che io chiamo "a nuvola".  Avvertimento: meglio la briosche vuota o al massimo alla marmellata che quella alla crema.  Il caffè non è male, va consumato velocemente, senza pensarci troppo su, anche perchè altrimenti si rischia di perdere il treno! Il personale è gentile, e questa è la vera nota positiva del locale. Di solito ci sono due donne alla cassa che si alternano, capita che siano accelerate nei modi di fare, trovandosi di fronte a mille clienti, ma mantengono sempre uno sguardo rispettoso e dolce. 





Bar, tavola calda, caffè Rivetti


Bar Rivetti, Via Repubblica 10/A, Biella


L'ambiente è decisamente carino! Tende al sofisticato ma senza esagerare. I colori predominanti sono rosso e bianco, ci sono rose raffigurate ovunque. Non ci sono troppi posti a sedere ma si riesce a trovare un tavolo quasi sempre. La scelta della brioche è limitata..l'espositore è ristretto e a metà mattinata rimane poco o niente. Non sono di pasticceria, vengono cotte nei fornetti del locale. Ha senso farci colazione soprattutto nelle giornate uggiose, quando fuori fa freddo. Ci si ritrova quindi circondati da questo rosso avvolgente e coccoloso, ottimo per una coppia di amanti, sia che si vogliono bene sia che debbano litigare. La musica della radio diffusa nel locale è appropriata per nascondere agli altri la conversazione che si sta affrontando! Buono anche per prendere un tè di pomeriggio. Mi sono trovata bene con il gestore; mi è parso un uomo pacato e rilassato. Il bar si trova in prossimità dell'ospedale, quindi è l'ideale per rifarsi un po' il sangue; inoltre può risultare utile anche a chi deve andare o è già andato alla Cleta medica, un ambulatorio costituito da tipologie di medici differenti che si trova proprio a due passi sullo stesso lato della via.















Aggiornamento del 19 marzo:

Si, è così, purtroppo è così. E' dura da accettare anche per me. Cosa???
Beh, ci sono passata davanti proprio l'altro giorno, e.... l'hanno chiuso! Non ho più trovato il Caffè Rivetti! Forse non girava, forse il proprietario è stato rapito dagli alieni, forse... beh non ce lo domandiamo. Comunque è un'ingistizia. Sono in lutto per il caffè Rivetti






Bar Brasil


Bar Brasil, Viale Giacomo Matteotti 13, Biella:


molto comodo nel caso in cui si passi una mattinata all'ospedale di Biella ( è proprio a due passi! Quale altro modo per tirarsi un po' su dopo aver fatto il prelievo del sangue, se non una bella carrellata di paste e pasticcini?). I tavoli e l'ambiente richiamano un po' i vecchi caffè torinesi, anche se la versione biellese è un po' differente. Le notre di colore predominanti sono sicuramente il castano del legno dell'arredamento e il rosa salmonato delle pareti. Avvicinandosi alla cassa, piano piano ci si sente morire.. cioccolate, paste, panna montata, pezzettini di frutta a decorare le paste...gnammm! e subito il pensiero corre alla dieta. Che, naturalmente, si deciderà di iniziare non appena usciti dal locale. Il cappuccino non è male, anche se spesso lo trovo troppo carico di caffè; la brioche è buona per gli standard della città. E' a metà tra la sfoglia e la pasta morbida. Onestamente non credo sia di loro produzione: guardando nell'espositore, ho visto delle brioches che sembrano di fattura industriale, come le trecce ai frutti di bosco, ad esempio.   Il prezzo non è eccessivo (cappuccio più brioche più acqua: 5 euri circa).  Essendo ampio il locale può permettersi  molti tavoli, disposti tutti intorno al bancone centrale. Quà e là si trovano dei divanetti morbidosi su cui sedersi specialmente in occasione di una cioccolata calda o di un tè. Nulla di particolare da dire su questo posto... I gestori, una coppia sulla sessantina credo, non sprizzano mai troppo di felicità, ma non sono nemmeno scorbutici. Diciamo che si fanno tranquillamente i cavoli loro, e interagiscono con il cliente (almeno con me e le mie amiche) esclusivamente quando si tratta di ordinare e pagare. E' notevole la panna montata: rimane molto spessa e alcune volte densa, soprattutto quando è stata appena fatta. Essendo una zona di Biella ricca di uffici e negozi oltrechè di ambulatori vari, il posto macchina è garantito. Al di là di via Repubblica, si estende come la tundra il famosissimo "parcheggio dei marocchini", soprannominato chissà da chi in questo modo, mentre di fronte al bar ci sono diversi posti a pagamento. Insomma, da provare no?

Bar Odeon


  • Bar Odeon, Via Torino 67, Biella: 



    accogliente, raffinato, chic e non impegna. Ambiente completamente rinnovato, di gusto. Piccolo e riservato. Colori predominanti: rosso, beige; molto luminoso.  Ottimo per colazioni e degustazioni di vini accompagnate da cibi prelibati. Il gestore è un ottimo sommelier. Le colazioni sono davvero eccezionali...il caffè o il cappuccino conservano, insieme alla brioche, costi accettabilissimi, anche se consumati al tavolo. Ma analizziamo la brioche: sono friabili e dorate, meno morbide di quelle di Canterino ma ugualmente gustose. Sono piccoline. Rimangono leggermente più secche ma la crema o la marmellata di cui sono rimpinzate inverte questa tendenza, impregnando la pasta di cui sono composte e rendendole più gentili al palato. Chi gliele fornisce è un pasticcere biellese. Ottimi anche i cannoli, soprattutto quelli alla crema, anche se personalmente non vado pazza per i cannoli che non siano di produzione siciliana. Perchè prendere un caffè al Bar Odeon? Le luci all'interno sfumano leggermente l'ambiente e ne fanno un posto famigliare, affatto asettico. Rimane a metà tra un caffè di lusso e una bistrot confidenziale. Il nuovo cameriere, assunto di recente, mette anche della buona musica! Accanto all'ampia vetrina che dà sulla strada di fronte, vi sono un tavolino a muro  e due sgabelli rialzati che possono essere utilizzati per leggere indisturbati i quotidiani, sia nazionali che locali. Attenzione se ci si reca  la mattina dalle dieci a mezzogiorno: l'ospite fisso è un uomo sulla sessantina che per tradizione "urla" anzichè parlare normalmente, preso dalla foga di commentare le notizie di scandalo che tutti i giorni compaiono sulle prime pagine dei giornali italiani, rendendo così impossibile la comunicazione di base tra i presenti. Dunque, se siete in compagnia, magari in vena di due chiacchere,  e optate per questo bar, munitevi prima di portatile sul cui schermo potrete scrivervi le parole che avreste voluto dirvi; in alternativa  un corso preventivo di lettura del labbiale potrebbe essere utile. All'interno del locale sono in vendita alcuni prodotti di alta pasticceria cioccolatosa, come i tartufini di Guido Castagna, il noto cioccolataio di Giaveno, oltrechè una vasta selezione di bottiglie di vino pregiate. Partecipare agli ordinari aperitivi delle sette e agli eventi di degustazione "a tema" organizzati occasionalmente dal gestore significa immergersi in un'esperienza sensoriale in cui i sapori del vino e dei cibi di accompagnamento si uniscono in bocca e si esaltano reciprocamente...Soliamente le  protagoniste della serata sono pietante ricercate e raffinate, spesso provenienti da alcune riserve naturali nazionali. Insomma, per trarre le conclusioni, Bar Odeon tutta la vita!

Caffè Canterino- Ferrua parte 1

  • Caffè Canterino-Ferrua, sede di Via Fratelli Carlo e Nello Rosselli 102 : 


    sicuramente uno dei posti in cui trovare la Brioche con la B maiuscola. La consistenza è giusta: croccantina fuori, morbida dentro..si scioglie in bocca. Ha un retrogusto burroso. L'espositore vicino al bancone presenta un ventaglio di possibilità: brioche allo sciroppo d'acero, integrali, marmellate anche particolari e ripieni cremosi. Quella senza zucchero ha fatto breccia nel mio cuor: il fatto che non sia dolcificata non è uno svantaggio, anzi! Qualsiasi altra Brioscia (questo termine corrisponde all'italianizzazione del francese brioche) non avrebbe retto la scommessa,  mentre quella di Canterino riesce ad essere deliziosa persino senza uno dei suoi ingredienti più comuni.  Peccato per il prezzo! È difficile spendere meno di 6/7 euro a persona (prendendo brioche e cappuccino accompagnati da un bicchiere d'acqua e se ci si siede al tavolo), e onestamente pensare di dover spendere quella cifra tutti i giorni per la colazione è roba da ricchi. Infatti se facciamo i conti: 7 euro per 30, cioè i giorni del mese circa= 210 euro. Con 210 euro al mese si può decidere di pagare l'affitto di una stanza a Torino, ad esempio. 
    Il caffè del Sig. Canterino è ottimo, la schiumetta di latte che lo macchia è talmente soffice che sembra una nuvoletta e spiace versarle sopra lo zucchero. Esistono diverse proposte  di caffè, da quelli più speziati a quelli "addolciti" con pezzettini di meringa e cioccolato. Attenzione: ciascuna di queste varianti ha un suo costo particolare. Canterino è stato nominato dal Gambero Rosso tra i bar migliori d'Italia nel 2011. Peccato per la collocazione di questo bar e per la musica.. mi spiego meglio, trattando un punto alla volta. La sede rimane in un luogo di passaggio, accanto a uno stradone pieno di macchine.  Esteticamente non è il massimo sedersi vicino a una vetrina che dà su un luogo trafficato della città, ma  comunque ha anche il suo lato positivo, ovvero quello di poter saltare giù dalla macchina a prendere un caffè al volo. Infatti c'è ampia possibilità di parcheggio: oltre nella zona riservata alle macchine dei soli clienti, si puo' parcheggiare comodamente anche sulle strade circostanti. E poi, dicevamo, la musica... Ogni volta che ci sono andata ho sentito girare sempre lo stesso cd con alcune canzone famose di Elivis. Ora, considerando che ci sono stata quattro o cinque volte a distanza di diverso tempo ciascuna dall'altra, e  ho sentito sempre la stessa musica, beh si dovrebbe ipotizzare che quella scelta musicale rimanga invariata per lunghi periodi di tempo! Questa è' solo un ipotesi, però se fosse veramente così le cameriere potrebbero impazzire! Forse la spiegazione è una: Elvis piace di brutto e probabilmente in passato ha creato dipendenza ai gestori del locale, un po' come la droga, come lo zucchero, come lo shopping, ed ora essi non possono farne a meno, tantochè sono stimolati a lavorare proprio dalla stessa musica.. sì, questa è sicuramente la tesi più convincente. D'altra parte una cosa simile succede anche ai bambini di un video dei Chemical Brothers ( do it again, chemical brothers ). Nel video la vita dei personaggi viene controllata dalla musica, di modo che essi risultano incapaci di eseguire qualsiasi movimento autonomo e controllato dalla propria volontà . Quindi, state attenti quando vi recate da Canterino, chissà che non capiti anche a voi! :-) Altra particolarità del locale: la ragazza dietro alla cassa. Credo che sia anche la proprietaria del locale, ma non ne sono sicura. Beh, può piovere, nevicare, può tremare la terra, può arrivare il giorno del giudizio, ma lei avrà sempre un sorriso a 1000 denti stampato sulla faccia. Come farà? E' semplicemente incredibile. Tutti dovrebbero prendere esempio da lei; la gentil dama potrebbe guadagnarci soldi organizzando corsi appositi di "sorriso smagliante che neanche Mentadent, guarda..". Una mia fissa è quella di capire cosa si nasconde dietro a colui o colei che nel bar serve il cliente. Voglio dire, che vita abbia, cosa faccia quando va a casa, quali sono le passioni, se ha delle grane a cui pensare.. Ecco, in questo caso non saprei decifrare proprio nulla. Mi sembra solo gentile, qualche volta anche forzatamente impostata, ma degli andamenti personali della sua vita non v'è traccia in volto.